Biciclette per disabili: l’importanza di godersi la vita!
Riportiamo la storia della scrittrice Raya Al-Jadir che ci racconta come una bicicletta speciale abbia cambiato la sua vita di bambina disabile. Raya è una scrittrice freelance e membro del network inglese sulla distrofia muscolare Trailblazer. Raya ha scritto per molte testate, tra cui “Disability horizons” o “The Huffington Post”.
Prima di trasferirmi in Inghilterra all’età di 9 anni, vivevo in Iraq, paese nel quale la disabilità rimane spesso celata e non vi è molta scelta in termini di ausili per persone disabili. Io e la mia famiglia, quindi, dovevamo superare autonomamente le piccole e grandi difficoltà quotidiane per non farmi sentire diversa da tutti gli altri bambini della mia età.
Sono affetta da distrofia muscolare congenita sin dalla nascita e non ho mai camminato. E’ una malattia molto difficile da accettare soprattutto se si vive in un contesto che sembra proprio non concepire l’esistenza di persone con disabilità, un posto pieno di barriere architettoniche e, come se non bastasse, se si vive circondati da bambini attivi, vivaci e sempre in movimento. Ma in quel periodo, anche se può sembrare strano, non mi sono mai sentita diversa dagli altri, né mi sono mai sentita privata di qualcosa. Grazie al mio triciclo o alla mia bicicletta, infatti, riuscivo a spostarmi in autonomia. Potevo andare in giro come volevo e, se proprio non ci riuscivo da sola, mio fratello o mia sorella erano sempre disposti ad aiutarmi.
Grazie alla mia fidata biciletta potevo infatti andare a scuola da sola e unirmi al gruppetto di amici. Ai loro occhi non ero una bambina disabile, piuttosto una bambina un po’ pigra e viziata! E proprio questo mi dava una carica fortissima: grazie alla mia biciletta, infatti, riuscivo a mascherare bene le mie debolezze e la mia malattia. Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare! Grazie all’attività in biciletta, infatti, anche il mio fisico ne traeva beneficio: i muscoli delle mie gambe erano sempre in movimento!
Appena arrivata in Inghilterra ho però dovuto abbandonare biciclette e tricicli per una carrozzina. In linea di principio doveva trattarsi di un vantaggio, ma mi è stato assegnato un modello che trovavo molto faticoso da spingere. A quel tempo, infatti, avevo molta più forza nelle gambe che nelle braccia! Ciò di cui avevo veramente bisogno era un ausilio che potesse mantenere tali potenzialità e non l’esatto contrario!
Non appena i medici riscontrarono queste mie difficoltà decisero di propormi una carrozzina elettronica. Posso dire che questo per me ha segnato l’inizio della fine: nessuna parte del mio corpo veniva più mantenuta attiva e in movimento e, gradualmente, ho purtroppo perso tutta la forza muscolare.
Recentemente ho sentito parlare di biciclette speciali per disabili. Non ero a conoscenza di questo ausilio ed è un vero peccato non averlo potuto provare in passato. Se solo ne avessi sentito parlare prima avrei sicuramente deciso di prenderlo! E’ un po’come spingere una carrozzina con i pedali, guidandola con le braccia. Non fraintendetemi…senza la mia carrozzina non potrei proprio vivere, io la adoro! Da bambina però avrei avuto grandi benefici se avessi utilizzato una di queste bicilette speciali. Avrei infatti potuto mantenere la forza muscolare per un periodo di tempo un po’ più lungo. La distrofia muscolare purtroppo è destinata a peggiorare nel tempo, ma praticare regolarmente attività fisica può avere degli effetti veramente benefici!
Qualche settimana fa ho visto per la prima volta un adulto su una biciletta speciale per disabili. Il mio primo pensiero è stato: che idea geniale, il connubio perfetto per potersi spostare autonomamente e rimanere al contempo attivi e in movimento! Purtroppo adesso questo modello non è adatto a me in quanto la mia condizione fisica e la mia muscolatura sono drasticamente peggiorati rispetto a quando ero bambina. Penso però che sia una soluzione utilissima per tutte quelle persone che non vogliono essere relegate in una carrozzina elettronica. Sembra proprio essere la proposta ideale per mantenere il tono muscolare e godere al contempo dell’esperienza di guida; un ausilio che forse molte persone ancora non conoscono ma che dovrebbero testare senza alcun dubbio!
Un passo in avanti verso una società migliore… per tutti!
Le persone affette da disabilità, purtroppo, sono destinate a non godere appieno di alcune esperienze. Per questo motivo qualsiasi ausilio che possa evitare di farle sentire diverse o escluse è assolutamente da promuovere e incentivare! Il progresso e l’innovazione dovrebbero contribuire a rendere il mondo più equo, affinché tutti, indistintamente, possano godere delle medesime opportunità, a prescindere dalle loro abilità fisiche, dalle possibilità economiche o dal ceto di appartenenza.
Per molti una bicicletta speciale per disabili non è altro che un ausilio come tanti, ma per altre persone, e in particolare per me, rappresenta veramente un passo avanti verso l’uguaglianza!